Articoli pubblicati di Elisa Mauro

Sinestesia cromatica

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Serata colorata al Ristrò capitolino per omaggiare il colore in ogni suo piano d'espressione. Dai giochi sensoriali e le immersioni policromatiche al cibo-design e le fotografie-reportage fino a raggiungere le preziosità iridescenti e i sonismi ricercati. Questa volta occorre proprio parlare di arte universale.

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Nella Capitale, tra Castel Sant'Angelo e la Basilica di San Pietro, tra le cangianti ombreggiature di un tramonto fluorescente, è stata aperta una nuova finestra sul mondo. Il Ristrò, locale capitolino, nonché patrono dei più amabili eventi culturali, il 7 Giugno ha inaugurato tra gli spazi dandy della sua architettura polifunzionale una serata interamente dedicata al colore. Tre gli attori principali su cui i pubblici numerosi hanno rivolto i propri occhi sgranati e cangianti alle luci screziate dei fari: Luca Bracali, fotografo e fondatore dell'agenzia di comunicazione Mediacom, Adriana Callocchia, architetto e giornalista freelance e Fiorella Pallas, ideatrice del marchio di gioielli Mii Amo.
Il colore, protagonista indiscusso della serata, ha assunto una sfumata particolarità per ogni singola espressione. Le rappresentazioni fotografiche, ad opera di Adriana Callocchia, sono state disposte sui tramezzi centrali, in un tumulto di traslucide fantasie policrome. (foto 2) Anche il cibo, magistralmente forgiato dallo chef-designer Fabio Mancuso, parlava nel nome e per mezzo del colore, per appagare tutti i palati più raffinati, le visioni più scettiche e le narici più delicate. Un'esposizione quasi museale, ornata di luci e impreziosita dalle bacheche penetranti, si è svolta nel soppalco laterale per i gioielli olistici Mii Amo. (foto 4) Nella consacrazione di un connubio unico, tra pietre colorate e onde di metalli preziosi, l'Indian style of America rinasce più vivo e contagiato che mai. Dal suo libro "I colori del viaggio", Luca Bracali estrae le istantanee più sorprendenti con lo scopo di educare al linguaggio naturale e culturale dei colori. Un videoclip, come un montaggio realizzato dallo stesso fotografo-viaggiatore, pronto a mostrare gli attimi più meditativi e silenti, di viaggi lontani per America latina, Mongolia, Namibia, Nepal, India, e tanti altri. Attraverso i suoi occhi veniamo travolti da un raccoglimento cosmico, grazie al supporto di una musica tersa, pura, come gli occhi di quella madre che nel ritratto stringe il suo bambino scalcinante e lo preme a sé contro il petto. Il movimento nella fissità. "Il colore è l'alfabeto del mondo." - spiega l'architetto Adriana Callocchia. Con esso ci si svela al mondo, per dimostrare forme e contenuti, anime e corpi, i sentimenti più reconditi insieme ai gesti più cutanei. E così la rabbia è rossa, come i tramonti che in un caleidoscopio si riflettono sulle rive di un fiume, la paura è bianca e l'invidia è verde, come lo smeraldo di cui si nutrono le foreste amazzoniche, e tutti i paesaggi d'oltre-mondo racchiusi nel video.
Tutte le opere, in cui si è sguazzati per l'intera serata, dalle fotografie appese, a quelle mostrate nel clip, dai gioielli esposti, ai colori del food-design, mostra un'insana isotopia cromatica, percepita tramite i sei sensi, olfatto, udito, vista, tatto, gusto, inclusa la conseguente e più importante perdita di essi.

Pubblicato su Visum, quindicinale d'informazione culturale e d'arte

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