Articoli pubblicati di Elisa Mauro

Garden of Eden
Il paradiso che vorrei

Il paradiso è a portata di mano per chi, come me, tinteggia la propria vita di sentiti cori nostalgici, di note che non cercano la luce, ma che si accontentano di notturni sodalizi tra due sassofoni, tre diversissime chitarre, un basso e un drumming di eccezionale valore come quello di Paul Motian.
Non temiamo nulla al giorno d'oggi, tutto sembra una sfida costante fatta di voci e musica, e anche quando pare non ci sia possibilità e tutto vuole perdersi, bisognerebbe rendersi conto di quanto sia fantastico smarrirsi in queste note jazz, nei fiati, nei sospiri audaci e nei respiri valorosi che bussano al nuovo album dei Paul Motian Band.
Garden of Eden è una petizione firmata ad arte da sette musicisti per la liberazione delle note dalle catene del be-bop, che, negli anni trenta, aveva incredibilmente sferzato un attacco a se stesso con l'imposizione di nuove regole, nonostante la rivisitazione lustrata di note non ancora conosciute dal jazz made in New Orleans.
Sette brani di pura musica, di suoni onomatopeici, di passaggi e paesaggi lunari che sovrastano l'uomo e i suoi limiti. Sette incroci tra le diverse sonorità che caratterizzano ogni singolo strumento. Sette giunture che non si lasciano liberare. Sette saldature patinate che lasciano il sensazionale in bocca.
L'attualità e il sempre nuovo gorgheggiano nelle sette opere, firmate o controfirmate Paul Motian Band.
Piccoli coriandoli di allegria tratteggiano il suono di Etude, con fiati, charleston e chitarre che cercano giustizia nel giardino paradisiaco, creato per incantarci. Goodbye Pork Pie hat rappresenta una sorta di espressione di cordoglio, un esagitato canto funebre, un saluto epico dell'Elettric be-bop band alla nostalgia. Ma la nostalgia non si accontenta e non dimostra il suo potere se, a schiarire questi passaggi sonici, vengono creati mix inediti di sentimenti, in cui la dimenticanza riesce a ritrovare la propria dimora e i ricordi si escludono a vicenda.
Melodie divertenti e divertite rischiarano musiche appartenenti a Mumbo Jumbo e alla rivisitazione di Evidence del pianista Thelonious Monk, assiduo frequentatore del Minton's di Harlem. Charlie Parker, anche detto "The Bird", è pronto a spiccare il volo nella sbalorditiva interpretazione che la band ci offre del classico Cheryl. Certo, questo sarebbe, proprio, il paradiso che vorrei trovarmi di fronte, con tutti i colori e i profumi che riesce a riprodurre sinestesicamente questo sommo lavoro.
Allora, ascoltatori impavidi, constatate personalmente la ricchezza di queste opere e la possibilità di aver possesso di chiavi che, con il solo ascolto, aprono le porte all'Eden più soffice che la nostra immaginazione riesca a concederci.

Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo

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