Articoli pubblicati di Elisa Mauro

L'altalena

La nota ammiccante della musica di Altalena deriva da un legame indissolubile, oltre che parentale, tra la voce romana di Nicky Nicolai e il celeberrimo sassofono di Stefano Di Battista, nonché marito della stessa. Musica che concede sconvolgimenti sensoriali, solo nell'illusione di gestire un sound che non può districarsi per effetto di un piano, suonato con maestria dal salernitano Julian Oliver Mazzariello. Voce indelebile, calda e sfuggente (e non parlo di Mina), voce che canta parole di noti cantautori, come Bruno Lauzi (Gli Itinerari del cuore), Franco Califano (E la chiamano estate) e Lorenzo Cherubini (Il valzer del nostro amor) e beffeggia musiche figlie di Mario Venuti (La lingua perdente del cuore) e di Nicola Piovani (Doppi Significati). Non saprebbe di dolce jazz se questo album non portasse dietro di sé un sassofono, un contrabbasso, un piano e una batteria, suonati con artificio dalla Stefano di Battista Jazz Quartet band e una voce che vuole conoscersi e interpretare intonazioni conosciute e musiche note, ma, comunque, travestite di nuovi gusti. E proprio come un'altalena, che vive nell'illusione di poter raggiungere aria inesplorata, Nicky Nicolai dà voce a sonorità care alla nostra tradizione musicale. D'altronde la formazione guidata da Stefano di Battista ci piace proprio per le proposte che insegue nelle quattordici canzoni, presenti ne L'altalena; ci piace il modo in cui il rap irrompe nel jazz nel brano Mas profondo que el agua; ci piacciono gli ammiccamenti acrobatici vocali alla Mina che Nicky ci riporta alla memoria con Dall'inizio dei finali. Ci piace il piano di Mazzariello e le sue mille mani che suonerebbero infinite ottave. E se "le canzoni che passa la radio non sono di classe"(Gli itinerari del cuore), ci piace pensare che questo tuo lavoro, cara Nicky, non sorvoli mai i cieli più alti delle classifiche.

Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo

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