Articoli pubblicati di Elisa Mauro

The Supertramp
Retrospectacle - The Supertramp Anthology

A&M Records 2005

Quando in America il tumulto e la voce di migliaia di giovani escono senza filtri dai cuori, in Inghilterra i fermenti sessantottini si vivono con estrema cautela e si sviscerano nella maniera pił indolore: dando voce alla musica. Negli anni '70 nasce il progressive, come estraniazione da un mondo politico e sociale di cui si riusciva a capire ben poco. E, a distanza di decine di anni, nello stesso paradossale clima, fatto di incertezze e timori, ricompare un gruppo che pone come bastione la destrutturazione di una musica che sorge nel rock, per crescere nella psichedelia sonica, morire negli arrangiamenti pop e risorgere nel folklore jazz. In questo calderone di parole si inseriscono i Supertramp, gruppo concepito da Rick Davies, tastierista di Swindon (Inghilterra) e Roger Hodgson, bassista di Portsmouth. Retrospectacle - The Supertramp Anthology pone in prim'ordine le gocce di sudore di due musici, che, tra liti e riappacificazioni, decidono di adeguarsi alle scene musicali dei 70's con un'eleganza tutta british. Due cd di successi noti e di insuccessi in-super-abili, rivolti ad un pubblico in grado di rivolgere la propria conoscenza musicale ai ricordi di brani come Goodbye stranger, Oh darling, The logical song, in cui la voce di Hodgson impartisce a tutti noi una bella lezione di vita raziocina e brani, come Bloody well right, dove mani schiaffeggiate da altre mani scandiscono il tempo ad un sassofono, suonato con snellezza da John Helliwell. Ovviamente, l'antologia non si priva di melodie malinconiche e dal preludio commuovente e meditativo che lasciano il posto all'urlo pop di Rudy. La storia musicale britannica vede dalla prima fila l'addio di Hodgson ai Supertramp, dopo aver firmato successi, mai da allora ripetuti, grazie a Breakfast in America, del 1979, e i viaggi diasporici per il mondo di Rick Davies. Crime of century, estratto dall'omonimo disco e prodotto da Ken Scott (il fu producer di un tale Bowie) permette giochi di apparizioni e scambi di ruoli tra i musicisti vagabondi, per cui il basso si abbandona alle mani di Dougie Thomson e, from U.S.A., Bob Siebenberg forza la batteria per rendere i Supertramp uno dei gruppi pił creativi della mansueta Gran Bretagna. Debitori di una parte generosa di palco prog-rock del periodo in questione, i Supertramp vagabondano nei nostri ricordi, regalandoci momenti, che non avremmo sperato mai pił di rivivere.

Pubblicato su Musikbox, rivista di cultura musicale e guida ragionata al collezionismo

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