Articoli pubblicati di Elisa Mauro

DA ORVIETO A MONTECITORIO. MANTOVANO, ZACCHERA E PAGANO: NO AL BURQA!

 

    Orvieto. In seguito alle ultimissime dichiarazioni del Sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, si lancia una proposta per costruire un “Osservatorio sulla libertà religiosa nel mondo, che abbia il compito di seguire costantemente, grazie al lavoro di esperti qualificati in ogni area del globo, il rispetto del diritto alla pratica religiosa”.

     L'istituto avrà la funzione peculiare di compilare annualmente una rapporto, corredato di scheda tecnica per ogni Stato e riferito ad eventuali segnalazioni di abusi e trasgressioni alla legislazione e all'azione di governo. Da qui le soluzioni per contrastare queste forma di diniego del diritto interno. L'Osservatorio, con sede a Roma, godrà di potere formalizzato solo quando anche in Italia si procederà con “il varo di una legge sul burqa e sul niqab”, come dichiarato dallo stesso Mantovano.

    Il comitato, inoltre, esaltando il lavoro compiuto in questi ultimi mesi dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in relazione alla proposta di legge di Souad Sbai, parlamentare Pdl, e Manlio Contento (Pdl), che vieterebbe l'uso pubblico di qualsiasi indumento che copra il volto delle donne di fede musulmana, dichiara il suo esplicito supporto al divieto di indossare burqa e niqab, elementi non direttamente provenienti da legge coranica.

 

    La fatwa ambigua. Intanto si alza una fatwa (dichiarazione) pubblicata dal quotidiano arabo Al Hayat ed emessa da di Aedh al-Garni, noto esponente e leader religioso saudita, secondo cui è concesso alle donne saudite scoprire il volto nei Paesi dove vige il divieto del burqa, come in Francia.

    E intanto dal Parlamento continuano a sollevarsi le dichiararazioni dei nostri deputati in merito alla modifica della legge 152 all'articolo 5 circa l'obbligo di vietare il velo integrale nei luoghi pubblici italiani.

 

    Marco Zacchera (Pdl). Burqa sì o burqa no? No al burqa!

   Ritiene che una legge che vieti l'uso del burqa negli spazi pubblici, come quella che vuole intervenire sull'art.5 delle Disposizioni a tutela dell'ordine pubblico, legge 152, aiuti a garantire riconoscibilità e difesa civica? “Sono assolutamente favorevole al divieto del burqa e sostengo la causa degli onorevoli colleghi.”

  Ritiene che il burqa sia un simbolo religioso, un retaggio culturale o un'imposizione politica? “Tutti e tre. Il burqa è un arma politica, proveniente da una tradizione culturale e da una cattiva interpretazione del Corano.”

 

   

Alessandro Pagano. Anche il deputato del Popolo della libertà, Pagano esprime la sua disapprovazione nei confronti della tolleranza al burqa. “Chiaramente no. Dietro al burqa c'è un islam offeso, in quanto questo abbigliamento è maschilista e non religioso. Pertanto, è pieno il mio sostegno all'introduzione delle modifiche alla legge 152 per diversi motivi; primo fra tutti l'ordine pubblico, la riconoscibilità delle persone che abitano in una società civile e promotrice della difesa dei diritti umani, delle pari opportunita e poi perchè siamo di fronte a donne completamente murate. E' fondamentale opporsi a queste consuetudini che portano a sgozzare le donne, vedi il caso di Sanaa a Pordenone. Bisogna riconoscere alla donna musulmana anche in Italia il suo ruolo all'interno della società. Ci sono centinaia di casi all'anno di ragazze strappate dalla loro integrazione nei nostri paesi e fatte sparire, riportate nei loro luoghi d'origine per rivere i traumi di sottomissione ed emarginazione. Indossare un burqa significa essere seppellita viva; far togliere questo indumento alle donne che sono state costrette a metterlo offre loro il diritto di riappropriarsi della propria immagine identitaria senza paura.

   Ritiene che il burqa sia un simbolo religioso, un retaggio culturale o un'imposizione politica? “Il velo non è una prescrizione religiosa dell'Islam. Nel Corano non c'è scritto da nessuna parte che le donne sono obbligate ad indossare il burka. Questa è un'invenzione recente. Qualche caso isolato fu segnalato ai primi del ‘900, ma il fenomeno divenne di massa negli anni '70 per iniziativa dei Talebani. Pertanto è una terribile imposizione di carattere politico.”


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